Patrícia Bastos

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Patrícia Bastos
NazionalitàBandiera del Brasile Brasile
GenereMúsica popular brasileira
Periodo di attività musicale1997 – in attività
Album pubblicati5
Live1
Sito ufficiale

Patrícia Bastos, nome completo Patrícia Christiane Guedes Bastos (Macapá, 18 aprile 1970), è una cantante brasiliana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nipote del cantante Oneide Bastos, Patricia ha iniziato la sua carriera musicale a livello professionale a 18 anni, quando è stata scelta come vocalist principale del gruppo Banda Brinds, con cui è rimasta per cinque anni. A partire dagli anni '90 ha intrapreso la carriera solista, prima esibendosi a livello locale, e successivamente facendosi conoscere a livello nazionale grazie alla partecipazione a diversi festival.[1]

Con l'album Zulusa, uscito nel 2013, ha ricevuto i premi per il miglior album folk e come miglior interprete folk nella venticinquesima edizione del Prêmio da Música Brasileira.[1] Con il lavoro successivo, Batom Bacaba, ha nuovamente ricevuto nomination nelle categorie Miglior Album e Miglior Cantante al Prêmio da Música Brasileira. L'album è stato anche nominato per il Latin Grammy come miglior album folk.[2]

Esponente della musica popolare brasiliana, nelle sue canzoni si rifà alla tradizione musicale della sua terra, l'Amapá, e in particolare alle sue ascendenze africane ed indigene.[1][3]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

  • Pólvora e Fogo (2002)
  • Sobre Tudo (2007)
  • Eu Sou Caboca (2009)
  • Zulusa (2013)
  • Batom Bacaba (2016)
  • Timbres e Temperos (2021) (con Enrico di Micelli e Joãozinho Gomes)
  • Voz da Taba (2023)

Album live[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrícia Bastos In Concert (2004)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fabiana Figueiredo, Cantora amapaense Patrícia Bastos vai se apresentar em Portugal, in O Globo, 6 novembre 2014. URL consultato il 19 settembre 2018.
  2. ^ Nezimar Borges, Ana Maria Marat, Patricia Bastos é indicada para o Grammy Latino [collegamento interrotto], in Diário, 26 settembre 2017. URL consultato il 19 settembre 2018.
  3. ^ Carlos Albuquerque, O Amapá no embalo de Patrícia Bastos, in O Globo, 15 aprile 2013. URL consultato il 19 settembre 2018.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN311780193 · ISNI (EN0000 0004 5888 9594 · LCCN (ENno2014152867 · BNF (FRcb17024148s (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2014152867